DOPPELGäNGER@COMBINES XL

Vernissage 5 maggio 2011 dalle 18.30 alle 22.00

Bi-personale di 2501 + AKAB

Doppleganger

Più che una mostra un incidente; un taglio che divide in due parti il vostro sguardo, da un lato il figurativo ferale di Akab, dall’altro l’onirismo psichedelico di 2501. Due modi di pensare il segno a confronto, un viaggio nell’assimmetria e nel doppio. Una mostra Doppleganger che assumerà la forma del vostro inconscio....qualunque esso sia.

l doppleganger è l’immagine spettrale, il doppio in cui specchiarsi porta la morte: il proprio simmetrico irreale. Nella storia dell’uomo il mito del doppleganger trae la sua origine nelle religioni semitiche in cui all’idolo, è attribuito il peccato più nefasto: l’idolatria. Adorare un’immagine è impuro, perché significa attribuire ad un oggetto la dimensione del reale, alla figura il valore della persona, all’animale quello del dio. Il doppleganger è così un’immagine che non ha la consistenza della realtà, a cui avvicinarsi, e credere nella sua realtà porta inevitabilmente alla morte. E cos’è l’arte se non un doppio del suo artista?  Cosa sono le opere contenute in questa mostra, se non tanti dopplegnanger? Sono oggetti che riproducono uno dei mondi del loro creatore, il cui contatto con l’artista è stato, almeno emotivamente, mortale. Non a caso non coesistono mai l’autore e la sua opera; l’una si nutre delle energie vitali dell’altro; una vive in un confine immateriale e intangibile, ma del suo demiurgo continua a mantenere le fattezze ( seppure interiori), l’artista poi non ne sa spiegare, se non sommariamente la genesi o lo scopo. Non esiste arte razionale e pianificata, perché l’arte è un’immagine intangibile di un universo personale; con l’arte non si entra in contatto reale, si ci limita a quello figurale, all’idolatria.



Doppleganger



Il doppleganger  è l’immagine non reale, l’unico sdoppiato da cui la lontananza mantiene in vita: un asimmetrico sostanziale. Il doppleganger nasce nel mondo romantico come anelito di unicità eroica a cui la massa sembra opporsi come nemico. La leggenda vuole che anche il poeta Shelley incontrando il proprio doppio venisse condotto alla morte; anzi gli bastò che il suo doppio gli comparisse in sogno. Il doppleganger è così un’immagine che non ha la consistenza dell’originale, a cui avvicinarsi porta alla morte dell’Uno di partenza, perché esso stesso non si può più identificare come unico . E cos’è l’arte se non un doppio del suo artista?  Cosa sono le opere contenute in questa mostra, se non tanti doppleganger? E allora può sopravvivere un artista all’incontro con il suo doppio, come sopravvivere al proprio doppleganger? Semplicemente artista e opera non coesistono, si sfiorano, sembra che l’uno non rispecchi più l’altra. L’autore non riesce più a dare ragione del suo segno, non se ne capacita. L’opera dal canto suo invece sembra trasformarsi in un doppio benefico, portando in luce scaglie profonde dell’esistenza del suo creatore, a lui sconosciute. Viene così a donargli una seconda vita, un’individualità rafforzata. Non esiste arte razionale e pianificata, perché l’arte è un’immagine intangibile di un universo personale; con l’arte non si entra in contatto con il molteplice, si incontra una persona, un individuo: un’unicità.





Doppelganger

Dal 5 maggio 2011 al 16 giugno 2011

@COMBINES XL

Via Montevideo 9



Orari mostra:

Lunedì 15.15-19.15

Dal martedì al sabato 11.00-14.30 / 16-19.30



Info: info@combines.it

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