EINE WELT, IN EINER WELT

errata corrige...AKAB siX pArtS opening friday 7th October
How many words are necessary to describe a picture?
then try to multiply them to narrate 20 years of dirty hands and colours thrown on paper, canvases, surfaces.
Yet you suddenly realize that the only thing to do is to keep in silence.
Only in Silence you can hear voices screaming from far away, echoing in your mind. Welcome to Burney Akab Aion´s Dreamworld.
And remember that Dreams not always have an happy end....


AMORE 666



COMING

A DOMANDA RISPONDE

Burney Akab Aion
te lo sei letto le 5 fasi?
ti torna?
esprimiti pure in totale libertà
che sono permaloso solo per contratto
B

Trama Di Ratigher
eh! me lo aspettavo! un poco lo temevo! che intendo dire? PUNTO PRIMO le 5 fasi sono 5 e 5 commenti ci vogliono prima di fare il totale. Però io metto avanti te e Squaz, perché è così. La tua fase, per me, è la più attinente alla fase stessa, come se il progetto fosse nato da questo episodio. Qui iniziano le paure che ti dicevo prima; è la roba tua più tua che io abbia mai letto, c'è pure la tua faccia proprio. Forse hai inventato tutto, ma io ora ho la sensazione di sapere cose molto intime e dolorose e fino ad ora non ti ho scritto perché è difficile scriverne. Infatti te ne parlerò quando ci vediamo (non dei cazzi tuoi, magari dei cazzi miei). Una cosa però te la dico: La ficata spaziale del libro è proprio lo scontro tra opera titanicamente grafica e umanità a denti strettissimi. E' un librone da riguardare 100 volte per godere e da rileggere 3 per sopravvivergli. Poi dal vivo ti dico dell'altro. sborra

Burney Akab Aion
che bomba!
poi per quel che vale
la faccenda della quarta fase è tutta vera. et ponticelli mi stette molto vicino in quel anno nel deserto. è sua l'idea del libro. e tra le righe  è sempre stato implicito (per me) che mi dava l'occasione per fare un po di sana(?) catarsi.
quindi centro. come sempre.
per il resto w la figa e ne parliamo al bar.
pochi ma pessimi

DALAI LAMA

Fabrizio 26/08/11 19:56
hai finito di prendertela con gli handicappati?
akab23 26/08/11 19:56
ahahahahaha!!
Fabrizio 26/08/11 19:56
ora che fai
akab23 26/08/11 19:56
prendo a calci cadaveri
Fabrizio 26/08/11 19:57
rubi le caramelle ai cechi?
akab23 26/08/11 19:57
ahhahah
26/08/11 19:57
è il cazzo di caldo
Fabrizio 26/08/11 19:57
sei una brutta persona
akab23 26/08/11 19:57
una perversione
Fabrizio 26/08/11 19:57
guarda, qui ci sono 17 gradi
akab23 26/08/11 19:57
tipo schiavo del porno in rete
Fabrizio 26/08/11 19:57
eheh
akab23 26/08/11 19:57
è squalificante.
Fabrizio 26/08/11 19:57
si ma del porno coi disabili
akab23 26/08/11 19:57
ma sono malato
26/08/11 19:57
aiutatemi!
Fabrizio 26/08/11 19:57
devi andare al sert
akab23 26/08/11 19:58
sono MOLTO malato, allora
Fabrizio 26/08/11 19:59
questa è l'estate dei dissin
26/08/11 20:00
dato che sono a casa tt il giorno tipo me li sto sparando tutti
26/08/11 20:00
il più divertente è entics vs. babaman
26/08/11 20:00
paraplegico contro un sordomuto
akab23 26/08/11 20:00
ahahh
26/08/11 20:00
io quale sarei scusa?
Fabrizio 26/08/11 20:00
ahhah no no
26/08/11 20:01
loro
akab23 26/08/11 20:01
fabri
Fabrizio 26/08/11 20:01
http://youtu.be/TioiatvxNdU
akab23 26/08/11 20:01
o sono depresso
26/08/11 20:01
non avevo capito che "loro" erano davvero così messi male
26/08/11 20:01
mi chiedo
26/08/11 20:01
ma che cazzo facciamo a fare ancora fumetti?
26/08/11 20:02
per chi?
Fabrizio 26/08/11 20:02
prima per chi li facevi?
akab23 26/08/11 20:02
eh
26/08/11 20:02
appunto
26/08/11 20:03
ma in cuor mio una qualche speranza la nutrivo ancora
26/08/11 20:03
qui non è il deserto
26/08/11 20:03
qui non c'è manco la sabbia
Fabrizio 26/08/11 20:04
ieri ho fatto la serata con 2 tipi italiani che conosco che sono super infoiati di rap italiano
26/08/11 20:04
e se ci pensi è la stessa cosa del mondo dei fumetti
26/08/11 20:04
nel 2003, tipo nessuno si cagava il rap
akab23 26/08/11 20:04
ma si, questo è chiaro
Fabrizio 26/08/11 20:05
sembrava che stesse per finire
26/08/11 20:05
molti hanno mollato
akab23 26/08/11 20:05
cosa mi vuoi dire "tutto il mondo è paese?"
Fabrizio 26/08/11 20:05
no
26/08/11 20:05
no
26/08/11 20:05
nn c'è una morale in quello che ti dico
26/08/11 20:05
è solo per dire
26/08/11 20:05
che cmq
26/08/11 20:05
in barba a tutti
akab23 26/08/11 20:05
almeno nel rap 2 su 10 sanno ancora incastrare delle rime
Fabrizio 26/08/11 20:05
oggi la scena rap italiana è più florida che mai
akab23 26/08/11 20:05
qui non sanno nemmeno pisciare da soli!
Fabrizio 26/08/11 20:06
nn ci sono mai stati così tanti rapper in italia
26/08/11 20:06
come oggi
akab23 26/08/11 20:06
si, vero
Fabrizio 26/08/11 20:06
e il "mercato" se lo sono preso
26/08/11 20:06
senza chiedere il permesso a nessuno
26/08/11 20:06
ognuno con i suoi mezzi
akab23 26/08/11 20:07
mercatini per essere precisi
26/08/11 20:07
cmq si
Fabrizio 26/08/11 20:07
però se esa è ancora un king è perché ha continuato
26/08/11 20:07
per i cazzi suoi
akab23 26/08/11 20:07
sono in tantissimi
Fabrizio 26/08/11 20:07
anche quando gli dicevano
26/08/11 20:07
non andrete da nessuna parte
akab23 26/08/11 20:07
esa è una persona splendida ma come rapper era meglio se smetteva ai tempi degli otr
Fabrizio 26/08/11 20:07
ahah
26/08/11 20:08
http://gotaste.it/album/sentire-non-ascoltare
26/08/11 20:08
sono in fissa con lui
26/08/11 20:08
ragazzino di palermo
akab23 26/08/11 20:08
ma dai
26/08/11 20:08
grande
26/08/11 20:08
dopo  mi tiro giù le tracce
Fabrizio 26/08/11 20:09
per dire che i semi hanno fruttato
26/08/11 20:09
dove meno te lo aspetti
akab23 26/08/11 20:09
ma no, io non sono in sentimento di rinuncia
26/08/11 20:10
mi sto solo riprendendo da un cartone di realtà
Fabrizio 26/08/11 20:10
cioè?
akab23 26/08/11 20:10
che nemmeno nelle mie più pessimistiche considerazioni era così basso
26/08/11 20:10
diciamo "tutto qui"
26/08/11 20:10
ma in realtà è una botta
26/08/11 20:10
insomma
26/08/11 20:11
negli scambi reali secondo la regola frikettona dell'atrazione bene o male finisci con il frequentare gente che ti assomiglia
26/08/11 20:11
e finisce che credi che quella sia la gente.
Fabrizio 26/08/11 20:11
.. non sto capendo molto
26/08/11 20:12
tipo?
akab23 26/08/11 20:12
e invece la gente la sto conoscendo su fb.
26/08/11 20:12
dove puoi raccontarlela quanto vuoi, ma in definitiva ti rivela
26/08/11 20:12
nel male e nel malissimo
Fabrizio 26/08/11 20:12
tipo?
akab23 26/08/11 20:12
tipo che non capiscono un cazzo di niente
26/08/11 20:13
fabri!
26/08/11 20:13
no sto dicendo nulla che non sai
Fabrizio 26/08/11 20:13
 nn capisco a chi ti riferisci
akab23 26/08/11 20:13
solo che io un po me l'ero scordato
26/08/11 20:13
a tutti
26/08/11 20:13
me compreso
Fabrizio 26/08/11 20:15
ti hanno incattivito
26/08/11 20:15
ancora di più
akab23 26/08/11 20:16
porcamadonna
26/08/11 20:16
è che veramente non sono così schermato
26/08/11 20:17
li vedo godere della loro pocchezza e che tu mi creda o no me ne dispiaccio
26/08/11 20:17
mi imbarazzano
Fabrizio 26/08/11 20:17
capisco
26/08/11 20:17
soprattutto l'imbarazzo
26/08/11 20:17
che è quello che provo per il 90% dei dissing
26/08/11 20:17
in senso lato
akab23 26/08/11 20:18
ma quindi?
26/08/11 20:18
bisogna sempre e solo tirar dritto?
Fabrizio 26/08/11 20:18
non so
26/08/11 20:18
forse si
akab23 26/08/11 20:18
non mi convince nemmeno l'ignoro
26/08/11 20:18
specie se finto
26/08/11 20:18
in fondo sta roba mi smuove
26/08/11 20:19
io in qualche modo la devo restituire
26/08/11 20:19
se no non mi fa star bene
Fabrizio 26/08/11 20:19
boh io nn ho seguito tanto le cose
26/08/11 20:19
dato che tipo recchioni nn ce l'ho come amico
26/08/11 20:20
e nemmeno gli altri
26/08/11 20:20
ho letto solo il pippone del tipo sul tuo blog
26/08/11 20:20
che da un certo punto di vista ha ragione
26/08/11 20:20
però ha ragione
26/08/11 20:20
come uno che dice
26/08/11 20:20
la guerra è brutta
26/08/11 20:20
la pace è bella
26/08/11 20:20
è il grazialcazzismo
26/08/11 20:22
la cosa interessante però che dice è
26/08/11 20:22
ma tu per chi lo fai? per far cambiare idea a chi?
26/08/11 20:26
cmq concordo sul fatto che si finisce sempre per frequentare persone simili a se e finisci per pensare che tt il mondo è così
akab23 26/08/11 20:30
ma io risposi
26/08/11 20:31
è la gente che urla al poeta a vasco rossi che vorrei provasse nuove emozioni musicali
Fabrizio 26/08/11 20:32
come? tirandogli i cd in faccia?
26/08/11 20:33
boh poi io sono in fase ripensamento di tutto
26/08/11 20:33
in questo "esilio"
26/08/11 20:33
sto riconsiderando tutto
26/08/11 20:37
in particolare il cosa fare e per chi
akab23 26/08/11 20:38
e da dove veniamo, no?
Fabrizio 26/08/11 20:38
quello forse è l'unica cosa che so
26/08/11 20:38
sumirago
26/08/11 20:38
provincia di varese
26/08/11 20:38
è la risposta
akab23 26/08/11 20:39
cmq si. il mio non è di sicuro il metodo giusto. ma alla fine sono tutti lì a divertirsi di questo (inutile) spettacolo
Fabrizio 26/08/11 20:40
sono come quelli che guardano gli incidenti
26/08/11 20:40
e bloccano l'ambulanza
akab23 26/08/11 20:40
tutti guardiamo
26/08/11 20:40
non ti tirar fuori
Fabrizio 26/08/11 20:41
si ma faccio passare i paramedici
akab23 26/08/11 20:41
è perchè non sai un cazzo di come sei fatto dentro (parlo anche letteralmente) che  vuoi vedere un uomo squartato
Fabrizio 26/08/11 20:44
quindi dici che qui la gente guarda perché nn sa cosa pensarE?
akab23 26/08/11 20:44
perchè non sa cosa pensare di se stesso
26/08/11 20:44
sono archetipi che funzionano sempre
26/08/11 20:44
bene o male sinistra destra milan inter
26/08/11 20:45
ti schieri nella speranza di (ri)conoscerti
Fabrizio 26/08/11 20:46
cazzo però riconoscersi in recchioni è come riconoscersi in mastella
26/08/11 20:46
mi sono sempre chiesto chi votasse mastella
26/08/11 20:46
che umani sono
akab23 26/08/11 20:47
infatti..io non riesco davvero ad immaginarmi un fascio di ventanni
26/08/11 20:47
ma lo voglio conoscere
26/08/11 20:47
capire dove sono i segni della lobotomia
26/08/11 20:48
C'è ancora qualcosa da fare?
Fabrizio 26/08/11 20:48
in realtà
akab23 26/08/11 20:48
o sono fottuti in eterno?
Fabrizio 26/08/11 20:48
io sono più curioso di conscerne uno di 30
26/08/11 20:48
a 20 anni alla fine sei un pirla
26/08/11 20:48
poco più che un bambino
26/08/11 20:49
cambiando (apparentemente) discorso
26/08/11 20:49
una tipa con cui lavoravo a zero
26/08/11 20:49
con cui passavo dalle 8 alle 10 ore al giorno
26/08/11 20:49
ascoltava elisa
26/08/11 20:49
e quelle puttanate lì
26/08/11 20:49
e l'idea che mi sono fatto
26/08/11 20:50
del come cazzo faccia a piacerti quella roba
26/08/11 20:50
è che è roba rassicurante
26/08/11 20:50
che nn ti fa sentire inadeguato
26/08/11 20:51
fa l'effetto delle lasagne di tua mamma
akab23 26/08/11 20:51
come chi legge faletti
Fabrizio 26/08/11 20:51
esatto
akab23 26/08/11 20:52
bella merda
26/08/11 20:52
lobotomia a go go
26/08/11 20:52
e fieri di esserlo!
Fabrizio 26/08/11 20:53
però forse il trick è far sentire la gente a proprio agio
26/08/11 20:53
boh
26/08/11 20:53
davvero nn so
26/08/11 20:53
è il trucco dello psicanalista
26/08/11 20:54
che prima di demolirti la vita e ribaltarti quelle che sono le tue certezze
26/08/11 20:54
ti fa sdraiare comodo
26/08/11 20:54
e ti parla in modo affabile
akab23 26/08/11 20:54
cazzo si
26/08/11 20:54
ma in un altra vita
26/08/11 20:54
almeno, parlo per me
Fabrizio 26/08/11 20:55
dici?
akab23 26/08/11 20:56
bhà
26/08/11 20:57
almeno che vengo rapito da un green lantern che mi insegni ad essere infidamente persuasivo. o meglio ancora che il dalailama si reincarni in me la vedo difficile
26/08/11 20:57
io primo ti butto a terra e poi ti passo una sedia
Fabrizio 26/08/11 20:57
soprattutto perché il dalai lama è ancora vivo
akab23 26/08/11 20:59
ahhahahah!!
26/08/11 20:59
ma sai quanti ne sono morti?
Fabrizio 26/08/11 20:59
ma nn sai un cazzo!
26/08/11 20:59
è sempre lo stesso
26/08/11 20:59
il dalai lama
26/08/11 20:59
che si reincarna
26/08/11 21:00

“qualunque cosa tu farai non combinerai mai niente di buono” (nonna maria)

UGO PIERRI



Van Poppel, pittore inediale, poeta espressionista-crepuscolare, scrittore di racconti non più in voga, nasce a Trieste, in una portineria di via Canova al numero civico 26.

Da una sartina e da un medico, belli e sani, che in giovane età colpiti dalla tisi lo lasciano orfano in mano alla famiglia materna, quella della sartina.

La famiglia del padre, stirpe di magistrati e avvocati, ha altro da pensare e per raggiunti limiti di età e per paura del terrore slavo il nonno, primo presidente della Corte d'appello, si trasferisce al Sud donde era venuto.

La famiglia materna è un gruppo ben affiatato che litiga in continuazione. La nonna è una fervente cattolica, il nonno è un singolare bestemmiatore, ma calzolaio di vaglia. Sarà lui a fabbricare le prime scarpe di calcio, su misura!, per il nostro artista. Zio Carlo, meccanico d'auto, è un alcolista nominato e conosciuto in tutto il rione. Gli basta un bicchiere per partire. Le zie, che pur condividendo la stanza col nipote non si rivolgono la parola da anni anni, hanno caratteri del tutto diversi. Pierina è una sgobbona, in fabbrica e in casa. Annamaria, amante dei sogni, sempre in attesa del principe azzurro è impiegata al Genio Civile. Curano al meglio il bambino. Ma è probabilmente zia Elena, la figlia del primo presidente, di per sé intrigante e spesso senza ritegno, che, con la sua vivacità napoletana e il suo ramo ben radicato di follia, influirà maggiormente sulla formazione del nostro orfano.

La portineria è un antro ricco di sorprese. Nonostante la serena indigenza non manca niente. Ci sono addirittura due cessi, uno fornito di doccia sul muro di fondo del quale spicca un disegno del giovane Pierri: un poderoso sedere portante. Lo sgabuzzino, di imponenti dimensioni, contiene di tutto. Vecchie lavatrici. Un pianoforte. Un cavallo da giostra in legno. Biciclette che gli amici del calzolaio rubano e lasciano in deposito. Salumi appesi da tutte le parti, formaggi vari, sacchetti di farina e zucchero. Perfino, arrampicato sul soffitto, sul quale si agitano ragnatele nere di fumo, un allevamento di bachi da seta. Stufe dapertutto. Alimentate dal nonno che non voleva mai far mancare l'acqua calda, estate e inverno. In cucina lo sparhert coi suoi cerchi di ferro sempre roventi sui quali la nonna, razza Piave, tra un rosario e l'altro, cuoce quotidianamente la polenta. ( ah, quanto mi piace la polenta! n.d.r.).

Il ragazzo cresce bene, paffuto e viziato.

Alle elementari è un bravo bambino, con tanto di grembiule nero e fiocco azzurro.

Alle medie, rapato aerodinamicamente, comincia a perdere quota.

Al ginnasio, è oramai rovinato. E' promosso in virtù del nome del nonno primo presidente che zia Elena sbandiera a ogni piè sospinto. Il ragazzo non pensa ad altro che a giocare al calcio.

All'oratorio dei frati di via Rossetti incontra molti valenti giocatori e qualcosa impara. Ha un buon tiro e qualche grano di fantasia. Ma molti si ricordano di lui per aver ricevuto, da lui in persona, qualche calcio nel sedere.

Al liceo studia ancora meno. Si innamora, scarsamente corrisposto, di varie compagne ma il suo grande amore è il gioco del pallone. Umiliato da un professore che davanti all'intera classe gli ha promesso la sufficienza abbandona la scuola. Non va all'esame di riparazione nonostante il Preside gli avesse mandato a casa il suo bidello preferito.

Il suo carattere è naturalmente fragile. La sua balbuzie, che una leggenda metropolitana attribuisce al bombardamento del 10 giugno 1944, non lo aiuta. Il gioco lo distrae dal mondo crudele e dalle cattive compagnie.

Gioca e disegna. Disegna sul letto. Il suo primo quadro serve a coprire il buco annerito del tubo di una delle stufe dislocate in tutta la portineria.

Basta con la scuola! Ma pur di non lavorare, per lui il lavoro è concepito come stipendio del peccato, s'infila alla Scuola d'arte, dove tira a campare irritato dai sedicenti artisti e dalle otto ore quotidiane. Conosce però bravi insegnanti quali Predenzani, Bastianutto, Cogno, ai quali però non da troppo retta. Speculazioni, arditezze tecniche, esperimenti non gli appartengono. Gli piace disegnare ma di più tirar calci al pallone.

La patria lo chiama sotto alle armi dove disegna le carte geografiche della compagnia e trova il tempo per stendere con un cazzotto un commilitone che aveva offeso l'onore della sua città.

Dalla squadra dell'oratorio, la Virtus , è passato alla Libertas. E' un decentissimo dilettante quando un osservatore lo fa acquistare dal Treviso allora militante in serie C.

1962: Il professionismo è una cosa seria, il calcio gioco da uomini.

Van Poppel comincia bene finchè l'allenatore, presolo in disparte, paternamente gli confida: sei in forma, ma gioca lui che è in prestito dalla Juventus. Il mondo gli cade addosso. Le gambe gli si piegano. Si sente ancora una volta umiliato. Prende la valigia e se ne torna a casa.

A casa per la felicità della portineria e per l'infelicità di Afra, una brava ragazza conosciuta a Treviso e che poi sposerà. Con grande beneficio per lui e immenso sacrificio per lei.

Nel '64 incontra la poetessa Trauber, anima di Trieste, araldo della città. Zia Elena, che spera nell'aiuto della poetessa per i suoi racconti, ha un suo quadro in salotto, la Trauber lo vede e qui comincia l‘avventura ( arbeit macht frei ) artistica di van Poppel. La Trauber stravede per lui, la critica meno. Gli organizza due mostre, gli fa vendere qualcosa. Vuole far di lui un artista. Nella sua casa laboratorio di via Cassa di Risparmio gli fa incontrare un sacco di letterati e varie personalità, artisti quali Gatto, Mascherini, Guttuso. Ribatte e fa leggere alla radio i racconti umoristici che lui scrive per divertire gli amici. Vuol fargli amare Groddeck, Nietzsche e gli “adelphiani”.

Ma lui è un testardo animale da pallone e frequenta tutti i campi e campetti e cortili della città. Nel '66 il suo ES tormentato e deluso dal fallimento sportivo lo fa ammalare di TBC. A scoprire i buchi nei suoi polmoni è il professor Roentgenfunk, che dopo qualche tempo migrerà nella terra dei crucchi in quel di Brixen.. Legato al letto legge un'infinità di classici. Gravemente malato è miracolosamente guarito in pochi mesi.

C'è da riempire un vuoto e lui lo riempie con la pittura.

Nel '68 un amico lo porta a casa di Giovanni Comisso, che lo presenta ai titolari della Galleria S.Stefano di Venezia e gli scrive la presentazione della mostra (1970).

Dopo aver letto lo studio antologico Poesia operaia tedesca del ‘900 di Maria Teresa Mandalari ( Feltrinelli UE 683 ) inizia a scrivere versi del tutto piani e popolari.

Nel '70 incontra il poeta Cosmo Ritter, rimbaldiano curioso di ogni esperienza, col quale ogni santa domenica si accompagnerà in passeggiate del tutto letteral-filosofiche. Cosmo Ritter che leggerà e limerà i suoi primi versi. Cosmo Ritter col quale frequenterà i basagliani, la democratica psichiatria coi suoi galantuomini e suoi profittatori. Cosmo Ritter che gli regalerà ( 16 ottobbre '78 nel medesimo istante in cui il prete popacco sale al soglio pontificio) Milù, un gatto che gli terrà compagnia per 18 anni.

Nel'72 frequenta un corso per neocatecumeni. Ma impressionato dall'esuberante uso dei riti e di costrizioni lo abbandona dopo il primo anno. Continua però a leggere con maggior intensità i vangeli e prova un profondo, caldo sentimento di Dio. E una crescente avversione per il sinedrio e gli scribi-farisei che lo sostengono. Non ininfluente l'invaghimento per una giovane bionda dagli occhi azzurri. Ben presto fuoruscita anche lei da quel training autogeno spirituale.

Ma è pur sempre il pallone che lo seduce.

Afra gli dà l'aut aut. O mi sposi o ti pianto.

Lui senza una lira non sa che pesci pigliare. Deve guadagnare per farsi una famiglia. In ciò lo aiuta il suo amico, compagno di gioco, di scuola, di fabbrica, ora parroco di Via Vasari, che dal purgatorio della disoccupazione lo introduce nell'inferno della produzione.

Dal'67 è grafico presso la Petzman Spa. Staziona nella gabbia del pane inghiottendo rospi e umiliazioni. I discorsi dei colleghi non lo riguardano. L'unico gradevole diversivo in tutto quel grandaffare è il sedere portante della sua collega Laura.

Senza troppa libertà per anni e anni disegna carte da regalo. Per spirito cristiano fa il sindacalista abbracciando la causa operaia. Il padrone non lo ama. Lui non ama i padroni. Il padrone trova il modo di farlo fuori, inviandogli tra i piedi un professore della Scuola d'Arti, mestieri e appalti, il professor Guano, che agisce da collaboratore esterno. Un pidocchio ripulito che “per elevare il tono sociale della famiglia” aiuta il padrone a metterlo alla porta.

E' sul lastrico, ma Afra, angelo della casa e moglie devota, gli è vicina. Il suo amico prete lo sovvenziona. La vita continua. Come continua il suo onesto disegnare.

Ferito nel profondo dall'analfabetismo etico del professor Guano e dei suoi collaborazionisti torna ad ammalarsi spesso e gli scarsi proventi ricavati dalla cessione di qualche disegno vanno in medicine e vistite specialistiche.

Per un giorno si iscrive al P.C.I. con la speranza di preservarlo dall'idiozia dei revisionisti. Si tratta di votare per evitare la spaccatura del partito.

Inzeppato di pregiudizi il nostro artista rompe spesso ogni contatto. Il suo atteggiamento ironico e distaccato verso la popolarità lo fa apparire, quale è, uno snob foderato di presunzione. Dicerie lo descrivono come una persona irritabile e vendicativa, qual è.

Le autorità non lo commuovono. Tantomeno i maggiorenti verso i quali nutre una viscerale diffidenza. Totoisticamente, per lui, non sono che dei “caporali”.

La sua sincerità nasconde infinite miserie. Ma il suo lavoro qualcosa dice. Non ho mai cercato qualcosa di nuovo, solo di dire la mia, ripete spesso il nostro.

Il significato di coscienza artistica gli è del tutto estraneo. Ma non estraneo gli è il concetto dell'arte. Sa bene quanti siano i millantatori, i sedicenti artisti, i falsi prodeti, per non parlare della pessima razza dei critici. Non ha messaggi da inviare né compiti da svolgere. Tantomeno ha qualcosa da insegnare a qualcuno.

Bisognoso di affetto e di comunicare è un grafomane impenitente. Con Matteo Moder e Lilith C.Magrit, sotto vari pseudonimi, manda in giro “Ossetia, l'eco del popolo oppresso” un foglio amicale e velenoso che giunge in busta chiusa a chi vi è nominato. Nero su bianco che gli procura non pochi fastidi e infinite ritorsioni da parte soprattutto dei “corti che affollano la nostra ridente necropoli”.

Schivo e incapace di farsi avanti nella vita si affida agli amici.

A loro deve la sua attività artistica.

Ermete Lombardo, poeta anagogico, gli fa fare buone mostre a Cremona ( 1979, 1987, 1999 ). Un'amica della Trauber, Noemi Halperin, gli fa fare mostre a Ginevra ( 1982, 1999, 2000 ). Il gallerista esoterico e George Sand lo espongono varie volte ( 1987, 1988, 1992 ). Il gauleiter Alpenstock dell'Università cattolica nel suo Laboratorio della Comunicazione a Gemona del Friuli.Mog, giovane intellettuale romano, poeta emergente, gli cura due mostre nella capitale ( 2001). Il commediografo Taylors gli fa fare mostre nel suo teatro a Milano 2003, 2004, 2005). I responsabili della Cartesius, i Bridge, padre e figlio, lo aiutano non poco (1972, 1994 ).

Vanesio Bird e Bob Damiani, il gatto e la volpe della letteratuta triestina, lo presentano alla Galleria degli Artisti ( 1974). Tullio Asterics ( 1985 ) gli sta alle costole e gli pubblica una serie di tarocchi. Il peggior lavoro che Asterics, colto e raffinato, abbia editato.

Nel '86 sulla Collina (l'ex OPP) s'imbatte nel pittore Furio Cavallini giunto colà da Milano per ricaricare le batterie. Cavallini che instancabilmente dipinge gli alberi e il paesaggio dell'ex manicomio. Cavallini che lo fa riavvicinare all'olio e gli ispira Villa R, una serie di alberi eccitati e stralunati paesaggi.

Sempre sulla collina trova Ugo Guarino, uno spirito creativo di rara capacità e duttilità. uomo febbrile al limite dell'internamento.

Tra la fine degli anni ottanta e la metà degli anni novanta, grazie all'interessamento della regista Rosa Luxemburg del Teatro Popolare, lavora per il teatro La Contrada.

Nel '91 il compagno Visiolescu, allora direttore del Lavoratore, lo chiama per curare la pagina “umoristica”. Con Bobo Briefing, Moder e altri belli spiriti accompagna il glorioso giornale alla tomba.

Nel '95 conosce il poeta Colophon: da allora non si sente più l'ultimo diseredato della necropoli.

Quasi nello stesso periodo ritrova l'attore desaparecido Vittorio Kean del quale non riuscirà più a liberarsi.

Vittorio Kean che declamerà i suoi versi in vari circoli pubblici e privati.

Il Comune nel '95 lo incarica di allestire a Palazzo Costanzi una mostra per la sua antica istitutrice. La francescanità dell'allestimento, francescana era la sua ex istitutrice, non piace alla direttrice della Biblioteca Civica, una beghina di corto pensiero, che nottetempo inzeppa la mostra con foto gigantesche ordinate a una sua amica. Naturalmente van Poppel ritira la sua firma. Belli i lavori in legno di Giuliano Pezzi.

Nel 2000 per il rinnovo della sede dell CGIL, una semplice imbiancata in realtà, pubblica un libretto di disegni aziendali. I comunicati illustrati affissi in portineria a ogni sciopero.

Nel 1996 lo stampatore Kalende pubblica i suoi primi versi dedicati al gioco del calcio. Nel '97 lo invita a disegnare le avventure di Pinocchio. Kalende è uomo semplice non sciupato da studi filosofici. Sempre consigliato dalla moglie che spesso sembra cadere dalle nuvole.

Lo stesso anno entra in famiglia Otto. E' il cane di sua figlia che dopo anni di vagante prodigalità abita in un appartamento troppo piccolo per qualsiasi tipo di bestiario.

Con l'arrivo di Otto rientra nella sua vita un altro tipo stravagante, l'operatore culturale no-profit Zero Mostel, detto Blatta. L'organizzatore di serate culturale no-profit lo invita perennemente a tutte le sue manifestazioni, gli spilla mdisegni per i suoi ipotetici premi ad personam e per antico vizio necropolitano lo sputtana per trivi e angiporti.

Nel 1997 l'editore Al Boino di Milano stampa i suoi haiku dialettali. Monti che nel 2002 insiste con i versi triestini stavolta scritti a due mani con Taf, naufrago nella metropoli lombarda.

Kalende lo stima e lo sopporta e continua a pubblicarlo: Via Canova 26 ( racconto con tarocchi) 1997, Noi parrocchiani 1998, Selezione celeste 1999, La gabbia del pane (racconto di un fannullone) 1999, Icaro depennato ( racconto ospedaliero) 2002.

Nel 2003 sempre per Kalende traduce e illustra Catullo.

Nel 2004 incontra durante un reading il poeta americano Jack Hirschmann che gli traduce i versi staliniani. Steel away, il titolo del libretto.

Nel 2003 La Biblioteca Statale Quarantotti Gambini organizza la mostra, sui campi di sterminio, “Per non dimenticare” con la presentazione del critico Swartzbeck.

Nel ‘2004 la signorina Seawater, fotografa, promotrice culturale, gli organizza la mostra “La chioma della sirena” dedicata alla sua antica istitutrice la poetessa Trauber. Da quel momento indossati i panni del professor Unrat si avvia a un lento, piagnucoloso, inevitabile infrollimento.

Nel 2005 esce sempre per Kalende: In JHS we trust, in JVD we must, una raccolta di versi tetrallegri.

Nel 2005 è ancora la Seawater a proporgli per i quarantanni di attività cinque mostre e un catalogo, firmato Swartzbeck. Esce nei Seawater's quires un suo racconto lungo, Il mangiatore di carta.















Compresso tra l'incudine del vangelo e il martello del mercato conduce da sempre un'esistenza in bilico. Deriso dai detrattori, consolato dai pochi amici che ha. (Kuno Kohn)

AUTOPSIE 0.2

Mauro Uzzeo

   
      (no, aspetta, ma seriamente ti stupisce che roberto torna dalle ferie, legge i tuoi status, i tuoi "tu ti piacerai, ma mi fai ancora più schifo", gli sfottò ecc e non ti rimanda indietro in qualche modo l'insulto?
      Posso capire che magari t'aspettavi qualcosa di diverso ma diciamo che se gridi "stronzo" a uno, ci sta che quello ti risponde "stronzo tu".
      E' una cosa da ragazzini, vero. Come gridare per primo "stronzo".
      E ora infatti entreremo nel nostro nuovo e appassionante discorso:
      "Perché Gabriele può cacare il cazzo solo se lo chiama col suo nome ossia Cacare il Cazzo." :-):-)
      Dammi cinque minuti che mi titillo le dita.


Burney Akab Aion


      ma dai. quel titolo era per ridere. cmq hai ragione. è tutto normale. solo che continuo a pensare che il livello sia troppo basso. non c'è una roba che dice che possa aver un qualche riscontro con la realtà. come quando parla dello shok studio o del mio presunto fallimento ventennale. cosa dovrei fare secondo te, abbassarmi al suo livello e smontargli punto per punto?roba da lei non sa chi sono io?..ignorarlo per finta, come si usa oggi?


Mauro Uzzeo

   
      cazzi tuoi... ho appena scritto un papiello infinito. Ora te lo leggi tutto. E seduto comodo, non per strada da uno di quei cellulari moderni che avete voi giovani.


Mauro Uzzeo


      Dai discorsi fatti ieri emerge una nostra divergenza di opinioni sull'approccio ai fumetti, e alla fruizione dei mezzi di comunicazione tutta. Per te zagor non deve esistere e Daniel Clowes si. Per me Zagor e Clowes devono coesistere e complementari uno all'altro. Entrambi, in momenti diversi, m'hanno dato strumenti per comprendere cose, poi sta alla persona modulare il proprio bisogno e i propri bisogni.
      Vabbè, questo per ridurre tutto ai minimissimi termini e per affrontare la questione "Cosa non ha funzionato quando invece avrebbe potuto uscirne fuori qualcosa di interessante".

      Allora, venendo a noi. Il dialogo è uno strumento sostanzialmente sbagliato. SI, la sto prendendo lontanissima ma tanto sono sicuro che mi leggi lo stesso.
      Su 100 parole che usiamo, in media 98 ci servono per scongiurare che quelle uniche 2 veramente importanti non vengano fraintese, però è uno dei pochissimi - forse l'unico - strumento che abbiamo, quindi ci tocca farlo funzionare.

      E' una cosa su cui mi spacco il culo da anni visto che alla fine il mio lavoro consiste, ormai da troppo tempo, nel coordinare gruppi di persone al fine di chiudere dei progetti.
      E gruppi di persone vuol dire gruppi di rodimenti di culo, di tristezze, di felicità, di scazzi, di mia moglie non me la dà, di sono troppo felice per stare qua a lavorare, ecc. In breve: gruppi di persone sono gruppi di lingue. Perché ognuno c'ha la sua. E la lingua di ognuno è motivata da quello che ha vissuto fino ad oggi e che né io, né nessun altro potrà mai sapere tranne che lui.
      Ogni persona, quindi, ha una lingua che dobbiamo imparare per evitare - semplicemente - di non capirsi.

      Tu sei il giappone, io il madagascar.
      Per cui se io ho bisogno di dirti qualcosa e mi metto a parlare in madagascarese ci sta che tu non capisci un cazzo. Ci sta anche che il mio "ciao, come stai?" madagascarese voglia dire "figlio di somara gravida" nel tuo giapponese.
      Quindi - SE VOGLIO CHE TU MI CAPISCA (stampatello ma è essenziale) - devo imparare almeno le basi del giapponese.

      Finito il necessario prologo passiamo a roberto.
      Roberto è più di un amico per me. E' un fratello.
      Ma io e Roberto non abbiamo una singola cosa in comune. Niente.

      Dice che gli piacciono i bulli. Io li odio. Prova da una vita a farmi piacere gli action e michael bay. Io li schifo. Ascolta il glam. Io la new wave. Si incazza e chiude con le persone. Io non ce la faccio. Allo stesso modo lui odia la mia attitudine di voler comunque comunicare con tutti e sempre. Odia il fatto che mi piace una cosa e il suo opposto. Odia la maggior parte di quello che leggo, guardo, ascolto.
      Se per me "la pianista" di Haneke è il film della vita per lui è Bad boys 2.

      Lui è Roberto e io sono Mauro.
      Mi sta sul cazzo che a lui piaccia Bay? No.
      Dovrebbe piacergli quello che piace a me? No.
      Mi sta sul cazzo che nei suoi John Doe lui metta pagine e pagine di scazzottate manga? No.
      Gli sta sul cazzo che i miei siano, nel peggiore dei casi, logorroici, nel migliori "coconinici" (parole sue)? No.

      Perché una cosa che abbiamo in comune è che ognuno può fare quel cazzo che gli pare (la libertà, di cui si parlava ieri).

      Prendiamo Roberto e Akab e mettiamoci in mezzo Mauro.

      Ad Akab piace la roba di Roberto? No. La trova aria fritta.
      A Roberto piace la roba di Akab? A quanto pare no. La trova vecchia e copiata.
      A Mauro piace la roba di Roberto? Si. La trovo personale e interessante.
      A Mauro piace la roba di Akab? Si. La trovo personale e interessante.

      Allo stesso modo. Perché entrambe rimandano indietro la personalità dell'autore che ci sta dietro.

      Ora, cosa crea il primo elemento di disequilibrio (come insegnano nelle scuole di cinema) ?

      Akab che va sul blog di roberto e scrive:

      AKAb ha detto...
      friggere l'aria per anni

      06/08/11 19:04

      Questo crea il primo problema.
      Akab legge il nuovo post di roberto, si deprime del fatto che per Bonelli stia realizzando la "solita roba" e decide di manifestare il suo disappunto pubblicamente. E lo fa in quel modo lì.
      Quel modo non è solo giapponese agli occhi di un bielorusso, è giapponese "stronzo". Perché è solo un insulto. In pratica entri in casa di uno che fa delle cose e gli dici che quello che fa è una merda. O meglio, è merda da anni.

      Lo puoi fare? Assolutamente si.
      Porta a un confronto costruttivo? Difficile con queste premesse.

      Quindi cosa succede? Roberto che si stava facendo i cazzi suoi ti risponde a tono, anche - devo dire - in maniera decisamente più elegante ed adulta di come avrebbe potuto:

      RRobe ha detto...
      Per Akab: lo dici dall'alto dei tuoi grandi risultati?

      1 a 1 palla al centro. Giappone - BieloRussia.

      Se non fosse che la cosa si sposta su FB.
      Allo stesso modo, Ausonia, interviene linkando il filmato di Boris in cui c'è lo sceneggiatore fallito che si pente della merda che ha fatto per anni.

      E siamo a due. Due autori entrano a casa di Roberto accusandolo di fare da anni roba di merda che danneggia le persone.

      Giappone & Lapponia contro Bielo Russia

      Roberto (sorprendendomi) per la seconda volta risponde a tono e con calma:

      Roberto Recchioni: Meno male che c'è gente come me. Altrimenti bisognerebbe leggere solo cose di gente come te.

      E Aus non risponde.

      Io la risposta di Roberto, fuor di polemica, la condivido in toto.
      Perché io VOGLIO leggere Interni. E Voglio leggere Dylan Dog di ROberto. E la nuova serie. E John DOe. E le 5 fasi. Perché mi interessa quello che dice gente come Aus e come te. E come lui.


Mauro Uzzeo

   
      Il problema però è uno e secondo me voi non vi ci siete soffermati.

      Perché Roberto non sente l'esigenza di venire sul tuo fb e perculare un link delle 5 fasi e tu si?
      E ausonia lo stesso?
      Perché?
      Qual è il problema?
      IL fatto che lui campi raccontando storie in un modo e un sistema che non vi piace?
      E cosa vi toglie? Perché non potrebbe farlo?
      E soprattutto, perché Ausonia spala merda su una persona che invece in più di un'occasione ha parlato bene del suo lavoro (pur ritenendolo lontano dalle sue corde ma riconoscendone le qualità?)
      Quello che sto dicendo non è che delle persone devi parlarne solo bene, quello che dico è che prima di lanciargli merda addosso io mi chiederei prima il perché lo sto facendo.

      Tu hai un blog. Se mi piace quello che vedo te lo scrivo. Se non mi piace, non me ne frega un cazzo di dirti che sei un coglione e la rovina del fumetto mondiale.
      Non mi piace e vado al prossimo post, in attesa che metterai una cosa che mi piacerà. Magari ti scrivo in privato chiedendoti cosa ti sta succedendo.
      Il tuo blog è gratis.
      E' a mio completo beneficio. Akab si spacca il culo a casa e io con un semplice clic posso guardarmi le sue cose e leggermi i suoi pensieri.
      Perché se non condivido i suoi pensieri di oggi, il suo pensiero di oggi, devo dirgli che è una merda?

      Vedi, io parto dal presupposto che le persone sbagliano. Non mi aspetto nulla da nessuno. Perché ognuno è già troppo impegnato a non suicidarsi da dover perdere tempo a impegnarsi a piacermi, per cui, il brutto non mi tocca ma il bello mi entusiasma.
      Perché non me l'aspetto e perché non è compreso in quell'entropia che dovrebbe cancellare invece di creare.

      Per cui se da akab trovo il brutto mi sembra normale. Se trovo il bello mi sembra l'evento che va festeggiato con le felicitazioni.

      Ma in nessun modo mi viene da incazzarmi con te se non sei come io ti voglio (esattamente come invece tu fai, con la stessa modalità, sul blog di gipi). Né mi viene da indicarti. Né viene a ROberto.

      A roberto piace le cinque fasi? Non ne ho idea. Ma penso che se gli fosse piaciuto ne avrebbe parlato sul suo blog come ha fatto per Trama di Ratigher, se non gli piace lo ignora.
      Ma non è che si sente appagato nel venire sul tuo blog a scriverti che hai fatto un volume vecchio di vent'anni e copiato a McKean.
      Cazzo gli frega?
      Voi fate il vostro (e menomale).
      Lui fa il suo (e menomale).

      Però non ti sta bene che la cosa sia chiusa qui.

      E scrivi:

      Burney Akab Aion
      ahahahahah! ti scrivo qui che andare sul tuo blog due giorni di seguito mi pare poco salutare. tu posti uno schizzo di merda di una sedia e i rincoglioniti che ti seguono godono. per me quello è friggere l'aria. ma visto che tu consideri grandi risultati morire impiegato in bonelli è evidente che siamo proprie razze diverse. inutile discutere. tu distruggi dove io costruisco.è un discorso molto triste. ma quando lo capirai, lo capirai in eterno.

      Qui il tuo giapponese è proprio ai massimi livelli. Giapponese arcaico. Tramandato da pochi scriba in un isoletta dimenticata da dio su un tempio ritenuto blasfemo dai più.
      Ci sono insulti, derisioni, accuse, giudizi, condanne e profezie :D:D

      E allora, cosa vuoi ottenere?

      Se insulti in giapponese arcaico cosa cazzo pretendi? Di avviare un confronto? DI parlare? Da "Pubblico" quello che mi è arrivato è che volevi annichilire il "nemico" con una fucilata dialettica.
      Ma quando si spara contro il nemico devi stare attento che il colpo lo colpisca bene perché se si alza chiaramente si difende.

      Allora, tu cominci ridendo di lui, lo perculi per il blog, gli dici che ci sono disegni di merda e che quelli che plaudono sono delle merde. Gli dici che morirà impiegato in bonelli e qui esponi il fianco perché è uno di quegli autori che ha fatto veramente poco in bonelli e tanto in tutto il resto (dall'autoproduzione, alle graphic novel, ai diabolik, alle serie sue, ai volumi per altri mercati) e banalizzi il punto del discorso che traspare ma non esce.
      E poi arriva lo sbaglio epico: "tu distruggi dove io creo".

      E questo pone fine a qualsiasi possibilità di confronto.
      Perché non è vero.
      Perché è una cazzata, Gabriè.
      Perché tu non crei e lui non distrugge ma entrambi raccontate quello che siete. Nei modi vostri e nelle vostre lingue.
      E il problema, il guaio, è che tu attaccando lui capovolgi proprio i ruoli.
      Te l'ha fatto notare, a modo suo, anche corbò.

      Nella "vostra" accezione voi siete Kubrick e lui Vanzina.
      E dove s'è mai visto che Kubrick si prende la briga di andare a dire a Vanzina che distrugge dove lui crea.
      Kubrick è Kubrick anche in funzione del fatto che i Vanzina sono Vanzina. E Kubrick - che sa di essere sé stesso - i Vanzina non se li incula proprio.

      Invece voi, che dall'alto sparate verso quello che ritenete "il basso" state mirando verso la porta sbagliata.
      Ma porca zozza, lo scopo è solo tagliare la testa ai re e puntare in alto. Tu ritieni che Roberto fa aria fritta? Bene.
      Che importanza vuoi dare all'aria fritta?
      Io solitamente gliene dò zero e non mi verrebbe mai in mente di scrivere a Laura Pausini per dirle che fa musica di merda, mi basta non ascoltarla.

      Leggendovi da fuori sembra che vi sentiate superiori artisticamente ma inferiori mediaticamente e allora sentite il bisogno di manifestare un cazzolunghismo artistico che, in caso fosse vero quello che dite, è superfluo mostrare.
      In caso fosse falso vi porta a puntare il dito contro l'avversario sbagliato.

      Ok, l'ho fatta troppo lunga.

      Inutile soffermarci sul resto che, come prevedibile, sono solo difese, alleanze, sfottò, bullismi e altri muri che non generano altro che una inutile e patetica distanza.

      Quello che ci tengo a dirti è che secondo me

      A) hai sbagliato i modi nel dire le cose. Se entri a gamba tesa aspettati che provino a spezzartela invece di discorrere amabilmente. Quindi, ora non puoi meravigliarti se le parti, scazzate, rispondono a tono. Ma anzi, se vuoi un consiglio, come per primo hai alzato la voce, per primo abbassala.

      B)B) state facendo una battaglia vuota. Il problema, non è roberto e non è bonelli. Quanto, più che altro, che non si riesca a creare un reale mercato parallelo.
      Spiderman non ha impedito a From Hell di uscire.
      Tex non è venuto a casa mia a strapparmi le copie de La mia vita disegnata male.
      Né dI Le 5 fasi.

      Detto ciò, mi rimetto a scrivere un John Doe che non leggerai ma che non distruggerà nulla di quello che crei.
      Giuro :D:D


Burney Akab Aion

   
      i toni, i toni..anche la isa mi rimprovera sempre per sto cazzo di modo sbagliato di pormi.
      ma voleva essere una (ennesima) provocazione.
      ausonia dice giustamente lo stesso che il lavoro di recchioni gli fa schifo anche se recchioni parla bene del suo lavoro.
      non è mica uno scambio di favori.
      io ci vedo coerenza e onestà intellettuale.
      quella onestà che in recchioni mai ho visto.
      vedo solo mosse e mossette per la sua carriera che temo lui confonda con la vita.
      sai, io me lo ricordo all'inizio .la mia idea di lui era di uno senza talento ma con moltissima ambizione. un arrivista pronto a tutto pur di realizzare il suo sogno di fumettaro.
      niente di male, infatti non me lo inculavo di striscio.
      poi io mentre si pubblicava i nostri fumettini per la dark horse ho deciso che non era il professionista dell'intrattenimento il lavoro che volevo fare. non era abbastanza. era frustrante.
      e me ne vado in islanda a dipingere quadri assurdi e a buscare la vita.
      quando torno vedo che hanno messo sul trono il più scarso di tutti. e lui se la vive pure con arroganza.
      io, che sicuramente sono una testa di cazzo istintiva (e porcamadonna amo profondamente sto cazzo di linguaggio sequenziale per bambini) a quel trono, gli do fuoco.
      ma al ruolo.
      non alla persona.
      ..per il resto prendo anche io il mio tempo per risponderti al resto.
      e in giapponese ti dico: arigatò uzzeo san.

      ps:la pianista è un capolavorone!!!


Mauro Uzzeo

   
      Nessun trono e nessun re. Più che altro divani. Divani in quantità straordinaria per permettere a tanti di raccontare con la stessa possibilità di essere ascoltati. Dando alla gente una reale possibilità di scegliere chi ascoltare.
      Aspetto la tua mail, take your time Akaburosawa.

      Ps: assoluto. Come molto haneke, dio lo preservi.


Burney Akab Aion

  
      va bhè
      visto che non dormo
      provo a scriverti altre due cazzate.
      ieri ero a cena dal mio miglior amico, nonché l'uomo più intelligente sulla terra. (altro che ozzimandias) lui mi dice che dovrei fare il salto. passare dalla pietà alla compassione.
      dice, credo che il punto sia che di di questo recchioni non te ne frega niente.altrimenti gli avresti scritto privatamente. evidentemente ti frega della gente che lo segue.
      come i fedelissimi di Vasco.
      lui scrive due stronzate e tutti ad urlare al poeta.
      dice che odio l'abbrutimento.
      che sento l'imbarazzo per il genere umano.
      era così anche con ade capone.
      con lo shok gli abbiamo rotto i coglioni fino allo sfinimento.
      voglio dire
      ma chi se lo incula ade capone?
      ma in quel momento era il simbolo dell'abbrutimento.
      mauro
      come faccio a farti capire che secondo me c'è sempre meno tempo?
      che sti eroi belli e giusti hanno fatto il loro tempo, che non si può continuare a spingere le frustrazioni.le patologie.le miserie umane.
      credi che io sia così fesso da non capire che la mia posizione è facilmente attacabile?
      superficialmente il mio sembra un discorso da gerarca nazista.
      potrei scegliere di avere posizioni più ragionevoli. più accomodanti.
      o semplicemente ignorare tutto questo orrore.
      ma io non sono fatto così
      .
      sono fatto cosà. e mi indigno. come quando apro un quotidiano. come quando giro per la città. come quando leggo le stronzate del tuo sfortunato amico.

      poi per quanto riguarda gipi è tuuuuuuuuuuuuuuuuuuutto un altro paio di maniche.
      io gli scasso la minchia perchè credo davvero che di tanto in tanto serve a tutti un calcio in culo.
      ma non c'è possibilità di comparazione.
      parliamo di un triciclo scassato rispetto ad una lamborghini fiammante.
      no way.


      ps: un giorno in cui ti senti in vena di robe pesanti guardati questo http://www.youtube.com/watch?v=WDpxFv01Odg
      che se haneke è gesù.
      bergman è suo padre.
    *
      sussurri e grida, Bergman - sono io la tua mamma
      www.youtube.com
      Sussurri e grida (titolo originale: Viskningar och rop) è un film del 1972 scritto e diretto da Ingmar Bergman.
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Burney Akab Aion

*
mi spiego?
riesci a capire di cosa parlo?
lo vedi un suo tipico lettore?
faletti brignano e ghost rider...
ripetere a pappagallo.
io mi piglio male. mi dispiaccio per lui. questo è un altro pulcino da batteria tirato su a stronzate. e siamo tutti complici.
























e aggiungo ora
è tutto un fraintendersi.

AUTOPSIE 0.1


            Ciao Gabriele
            letto.
            Una sola volta finora e voglio rileggerlo.
            Che ne dico, vediamo... sensazioni confuse.
            Molta, molta disparità tra i diversi autori, ho avuto la strana sensazione di un'antologia piuttosto che di un volume organico dal senso compiuto..
            Ma forse era necessaria ed era quello che volevate ottenere per suggerire le differenze tra le diverse fasi.
            Il punto è che, per antonomasia, le fasi sono consequenziali, per cui si sente un percorso (il viaggio, per l'appunto) che parte dalla negazione fino a raggiungere l'approvazione.
            Questo percorso non si sente, sembra che ogni volta la storia ricominci da capo a seconda della sensibilità dell'autore.
            Ma, anche qui, forse era proprio quello che volevate.
            Quello che posso dirti è, senza piacioneria, che il tuo è il frammento che ho preferito. Che mi è entrato dentro con una lama sottile, incapace di ferire, anzi, quasi di solleticare, per poi uscire e rientrare stuprando molte delle cose che tento di tenere nascoste.
            Sei racconto puro. Inscindibile quello che dici da quello che mostri, e da come scegli di scandirlo nel tempo della vignetta.
            Sei molto più "cosciente" di quanto vuoi apparire, pur senza perdere nulla in istintività.
            Le tue immagini mi sono entrate dentro con una violenza che può essere definita soltanto "pura".
            Naturale.
            Nessun altro, in quel volume, c'è riuscito.
            Alberto è bravissimo e insieme a Squaz regnano al secondo posto.
            Arrivano poi, in questa classifica inutile e non richiesta, Angri e Ausonia - che è stato bravo a scegliere alcune tra le vostre parole migliori.
            Ultimo officina infernale. Lontano dai percorsi degli altri, TROPPO ascritto ad un immaginario talmente identificabile da non permettere il distacco necessario ad approcciare una lettura scorrevole. Mi "tirava fuori" ogni volta che vedevo due pagine nuove.
            Quindi, per concludere il polpettone, che dire? Che Le 5 fasi è un volume fantastico. Da avere, possedere, sfogliare e rileggere nei suoi passaggi. Che molte volte perde l'opportunità di dire qualcosa o di lasciare un bel segno ma che, come primo esperimento di un collettivo che, a quanto ho capito, vuole proseguire, mi sembra che ci sia solo da battere le mani.
            Non rileggo, spero di essere stato chiaro.

            Ciao
   
      Burney Akab Aion
  
            ammappate!
            sei stato ultra chiaro.
            sia nei buuu che nei clap clap.
            adesso magari taglio corto.
            ma con calma ti scriverò due righe per entrare nel merito delle cose che dici. che (as usual) sono molto interessanti.
            intanto
            un sincero arigatò Uzzeo san
   
      Burney Akab Aion
     
            Signor Uzzeo
            vediamo se andando totalmente a braccio riesco a mettere insieme le mie considerazioni alle tue considerazioni.
            allur.. sul discorso organico non organico
            devo dirti che quando è saltata fuori sta cosa del "concerto" come ogni buon promoter l'ho spinta senza riguardo.
            ma ancora non avevo letto il libro.
            leggendolo si percepisce secondo me un forte legame tra gli autori coinvolti. ma anche una continua rivendicazione della propria identità.
            in questo secondo me le 5 fasi assomiglia come struttura ad un certo cinema a episodi italiano degli anno 60\70. tipo boccaccio 70.appunto. per intenderci.cioè un tema \ canovaccio. ma poi totale libertà espressiva per ogni autore.
            e questo si puo ben dire che è stata una scelta voluta fortemente sin da subito.
            al punto che il mio progetto iniziale del libro prevedeva 5 storie stampate su 5 tipi di carta molto diverse tra loro.
            come se si girasse un episodio in 35mm uno in 16 un altro in super8 uno in minidv uno in vhs . per dire. ma costava già una esagerazione così comè venuto.
            questo per dirti che in realtà nelle nostre intenzioni non ci è mai stato il tentativo di fare un unica lunga storia collettiva.
            per dirla come il poeta
            ci sono certe canzoni che si cantano insieme ma si ballano da sole.
            su moz anche qui è un discorso lungo.
            ma che tutto sommato fa il paio con la questione di sopra.
            premesso che sulla officina non potrò mai essere obiettivo perché egli è un essere umano fantastico
            ti dico
            la storia di moz è quella più leggera. si ride. è citazionista sia nei disegni che nei testi. è come un film di rob zombi (che personalmente non amo molto) pieno di roba ludica. quasi il frutto di un ultra fan psicotico. e secondo me ci sta proprio per questo.
             quello che voglio dire è che se tutti e 5 avessimo fatto una storia autobiografica sarebbe venuto fuori un libro orribile. così come se avessimo tutti fatto una storia di genere.
            credo che funzioni proprio in virtù delle sue differenze.
            insomma
            w la difference
 
 
     Mauro Uzzeo
   
            La differenza si. Serve.
            Anche per rendere uniche e riconoscibili le fasi.
            Quello che però nei Boccacci 70 non era richiesto, era per l'appunto, il passaggio. L'esperienza.
            Boccaccio crea il contenitore e ci infila dei racconti di umana natura che possono intrattenere e divertire ma non gli viene richiesta una sequenzialità propedeutica.
            Anzi, lì spesso il racconto C e il racconto A possono essere invertiti e non se ne accorge nessuno.
            Le cinque fasi questo non possono permetterselo.
            Il patteggiamento deve necessariamente arrivare dopo il dolore altrimenti tutto il discorso delle fasi crolla e si esce dal contesto in cui è inserito (per l'appunto quello di un percorso).
            Per cui, fico il concerto, interessanti gli autori singoli, ma io credo che un minimo di progettualità in più (e sottolineo un minimo, e parlo di progettualità non di "pianificazione" che avrebbe, probabilmente, tolto freschezza al tutto) avrebbe reso il volume quel capolavoro che alla fine - peccato - non è.
            Ora, mi dirai che va bene così, perché in un volume imperfetto alla fine ti ci ritrovi anche di più.
            E va bene.
            Mi dirai che sei rimasto sorpreso dai rimandi che, inconsapevolmente, vi siete inseriti nelle storie e che t'hanno fatto pensare che una linea, alla fin fine, c'era.
            E va bene pure questo.
            Ma io a fine lettura non ho fatto un percorso e m'ero predisposto a farlo.
            E invece ho comprato un biglietto per il lollapalooza dove ho visto esibirsi cinque band. Alcune in stato di grazia. Altre meno. Alcune con tanto da dire. Altre meno.

            Per quanto riguarda Moz, ci credo, a pelle sembra una bella persona e sentendolo parlare in fiera penso abbia anche parecchio da dire. Ma tanto il suo Video Inferno mi sconvolse e mi fece male (conservo ancora gelosamente un suo disegno dell'epoca), tanto questo, purtroppo, m'è passato davanti liscio, senza colpo ferire.

            Ora il volume svetta a casa della mia donna, aperto su un mobile anni '50.
            Accanto c'è un bluray americano di Salò e le 120 giornate di sodoma di Pasolini, di cui lei ha curato il restauro per qualche tipo straniero che ne ha finalmente fatto un'edizione degna.
            Ho scoperto che tutto il girato originale di Pasolini venne rubato da ignoti negli stabilimenti della tecnicolor. E che probabilmente la sua morte è collegata alla restituzione di quelle pizze.
            Quello che conosciamo noi è quindi solo il frutto di seconde scelte e materiale scartato.
            Ci penso da diversi giorni e vorrei sentire opinioni.
            Ne fate il tema del vostro prossimo volume?

Burney Akab Aion

            azzo.
            tanta carne al fuoco.
            ma mi pale di vedele una contradision.
            le 5 fasi teorizzate della dottorina come premessa hanno proprio quella che non necessariamente sono vissute in quel ordine.
            infatti
            essendo storie che reggono anche da sole
            non vedo nessun problema nel leggerle smontate. anzi.
            nuovi abbinamenti. nuovi gusti.
            la roba di pasolini la sapevo
            ed è una delle molte speculazioni sulla sua morte.
            detto questo non ho capito il punto su cui vuoi ragionare .
            lo scenario su ciò che è o ciò che poteva essere  ?
            o tipo fino a che punto eyes wide shut è un film di Kubrick?

            poi sulle 5 fasi io non ho nulla da ribattere
            tu lo hai letto. tu solo sai come è stato il viaggio.

 Mauro Uzzeo
   
            Si, possono alternarsi e ripresentarsi, ma il percorso per uscire dal "lutto" è quello e punta al raggiungimento dell'accettazione.
            Poi ci si può incartare, tornare indietro, ma la sensazione è che saltandone una se ne uscirebbe insoluti. Raffrontandole più volte, di perdersi in un continuo match.
            Intendo che io, nel mio percorso, posso trovare intoppi, risalire, sbagliare, ricominciare. Ma una volta elaborato il lutto, guardandomi dall'alto come fossi spettro, guarderei le mie cinque fasi e a posteriori le riterrei una propedeutica all'altra.
            Prese nel loro insieme non possono essere considerate come fasi scisse della mia vita.
            Ma forse nel libro mostrate le cinque fasi di cinque diverse personalità e forse questa potrebbe essere la chiave più naturale per comprendere il vostro lavoro.
            Le cinque fasi di cinque corpi.

      Mauro Uzzeo
    
            Il punto su cui vorrei ragionare è la seconda scelto e lo scarto. Cosa ho tolto in funzione di? E perché? Riappropriarsi della seconda possibilità, dell'idea scartata, a cosa porta. Perché inizialmente ti ho respinta? Cosa non mi funzionava? L'idea che scegliamo è sempre un qualcosa che ci suona meglio di primo acchito, ma col senno di poi?
            Vabbè, mi continuo a segare da solo.

      Burney Akab Aion
    
            guarda. io sono uno che crede nell'immediatezza.
            anche quando lavoro nei video. per me è sempre buona la prima. non butto niente. come René Ferretti.
            è sempre stato un dualismo che ho sofferto
            volevo essere klimt
            ma mi toccava schile.
            volevo essere moore
            ma mi tocca morrison.
            (parlo ovviamente di direzioni)
            se vuoi mi ti confesso. non c'è mai ragionamento nei miei lavori. è tutto istinto.
            quindi il tema (che forse ho preso in uno dei suoi sensi) mi è caro.
            ma nello specifico posso dirti che ho letto il libro di de sade quando avevo meno di vent'anni
            e mi ha schioccato. il film di pasolini lo trovo molto coraggioso e consapevole. ma un milione di anni luce meno efficace del divin marchese.
            forse anche in vista di quel furto.
            chi sa.
 
      Mauro Uzzeo
         
            (detto ciò, ma perché perdere tutto quel tempo a cacarvi il cazzo vicendevolmente quando il tutto poteva tirare fuori un bel confronto tra diverse scuole? Non credo nell'abolizione di una realtà in favore dell'altra ma mi piacerebbe che entrambe si influenzassero a vicenda.)
         
            (m'ero scordato il "si" pubblicala, ma solo se la fai apparire come un discorso a due come fai di solito)

      Burney Akab Aion
   
            parli di recchioni?
  

      Mauro Uzzeo
    
            E si, parlo del gossip dell'estate. Occasione sprecata.
            E non bocchianamente parlando, quanto perché si tende a irrigidirsi dentro schieramenti. Ogni gruppo nel proprio castello.
            E alla fine si sa che la morte rossa riesce a entrare comunque e ad avere gioco ancora più facile.
            Bada bene, non sto dicendo prendiamoci tutti per mano.
            Io so che imparo da quello che vedo. Da ogni cosa che vedo.
            Da te. Da lui. Dal cane di mio zio. Dal tizio di pull & bear. Da Iggino che sta seduto sulla sedia davanti casa sua da quando lo conosco. E vent'anni sono un botto.
            Perché Iggino non mi toglie l'aria e se non ci fosse io, comunque, ne saprei di meno.
   
      Burney Akab Aion
    
          

            poi volevo spendere due parole sulle parole a caso della scaramuccia preferragostina.
            fb mi dice con inequivocabili prove che tra voi vi è amicizia. e l'amicizia rende le persone poco obiettive. come il tifo. (che si sa, è una malattia mortale) io non so come e quanto tu l'abbia seguita,
             complice anche il fatto che da il mac che ho in studio non posso commentare ma solo sentenziare sulle bacheche altrui ,
            in pratica io ho scritto solo un paio di cosine. dove dico che non mi piace quello che fa. non mi piace come lo fa. e non mi piacciono le ripercussioni sulla intera percezione del media in se.
            mi pare che le risposte che sono piovute siano di un livello così imbarazzante da meritare solo il silenzio.
            cose tipo ricalchi mckean sei un fallito le 5 fasi è un libro inutile piccoli ti da le pizze è roba da pagelle con voti sotto l'uno.
            sono certo che il tuo amico abbia una sua dimensione umana
            e che possa essere considerato brillante e sensibile da chi lo conosce bene.
            ma quello che tira fuori virtualmente o è il peggio di se. o veramente è una persona imbarazzante.

            dice thomas Mcguane:
            il rischio professionale di fare di te stesso uno spettacolo, sulla lunga distanza, è che a un certo punto anche tu compri un biglietto d'ingresso.

            detta in altre parole
            se ti sei prestato a diventare un simbolo di quella fuffa lì.
            aspettati che uno come me venga a ricordarti il mondo reale.

            poi sulla democrazia del tutto deve esserci.
            è un capitolo a parte. talmente lungo
            che su questo
            si
            ci farei un libro.
   
      Burney Akab Aion
    
            tu dici deve esserci un Frank O. Gehry che faccia bei palazzi. e un Pinco Pallino che faccia brutte case popolari. se no i poveri dove vanno a dormire.
            io dico facciamo costruire un mondo a Gehry. e che i poveri si fottano!
            (si, è una provocazione)
   
      Mauro Uzzeo

            io dico che non vorrei passare la vita solo a mangiare sashimi in salsa d'aceto e limone e privarmi della pasta e fagioli.
            Che una pasta e fagioli bbbona è più bbbona di un sashimi cattivo..
            E se la pasta e fagioli non ti convince, che sà troppo di un artigianato che non riconosci a roberto, sostituisci con hot dog. Voglio avere la possibilità di farmi un hot dog stasera e un sashimi domani.
            Senza che la lobby degli hot dog si senta rompere i coglioni dai sashimisti e viceversa.
            Ho letto cages e zagor nella stessa settimana. Non mi sono sentito più intelligente o più stronzo e non ho visto mckean (tanto di lui si parlava) scrivere a gallieno ferri per dirgli che con il suo segno alla raymond de noantri ha rotto il cazzo.
            Ognuno il proprio e nel segno della propria onestà personale riflessiva e come te pare. Ma questo è solo per rispondere alla provocazione, e in due parole. Su quanto hai scritto prima voglio risponderti bene, quindi prima revisiono due sequenze d'animazione (di un cartone animato di merda, per intenderci) e poi ritorno.
   
      Burney Akab Aion

            allora. cavalchiamo la tua metafora culinaria invertendo gli addendi.
            il dipendente del mese di mc donald si deve permettere solo di starsene zitto. non certo di trattare con arroganza e superiorità un allevatore di bestiame.
come recchioni ce ne sono molti altri
            per dire sto gualdoni o barbato. ma almeno loro hanno (piu o meno) il buon gusto di tenere la cresta abbassata (e ci mancherebbe pure) il tuo artigiano,no.
            e allora ogni tanto a turno si passa a tirargli uno schiaffo del soldato.
            e facciamo girare il dito in aria.
            (il medio, ad essere precisi)
   
      Mauro Uzzeo
     
            naaaa, il dipendente del mese di mcdonald's la carne la vende. Quindi metaforicamente può essere soltanto l'edicolaro. Vedi che c'hai un pregiudizio?
            Quello che fa roberto, nel suo campo, è pari a quello che fai tu nel tuo. Raccontare e mostrarvi.
            Lo so che ti sembra assurdo e surreale, sicuramente ridicolo e offensivo, ma fate esattamente lo stesso mestiere.
            Ma poi te lo dico meglio.
   
      Burney Akab Aion
   
            e ancora..io che mckean lo conobbi a un sandiego di tot anni fa ti dico che essendo tra gli autori più snob del pianeta non solo galleppini gli farebbe schifo. ma manco perderebbe tempo a dirglielo.
            io per fortuna non sono mai stato snob. e difatti sono uno di quelli che trova il sushi niente di che.
            ma potrei uccidere per una vera pasta e fagioli ben fatta.
            la tua metafora non regge.
            non è campagnoli contro raffinati.
            è coscienza contro incoscienza.
            evoluzione contro involuzione.
            schiavi contro uomini liberi.
            suona epico
            e guarda un po
            lo è.
   
      Burney Akab Aion
     
            di zagor il mondo ne fa volentieri a meno. di cages direi proprio di no.
   
            ma poi
            diosanto.
            è come se ogni volta bisognasse ripartire da zero.
            come se socrate, kant, wittgenstein, nietzsche non avessero mai scritto una riga. e per molti è proprio così.
  
      Mauro Uzzeo
         
            non è campagnoli contro raffinati.

            vero. sono d'accordo.

            è coscienza contro incoscienza.

            è invece ti stupirebbe verificare quanto roberto sia cosciente di ogni cosa che fa.

            evoluzione contro involuzione.

            idem. Identifichi una narrazione di serie A e una di serie B con questo discorso. E invece sono due diversi ambiti della narrazione. Nel tuo A c'è chi è il necessario e l'inutile. Nel suo B lo stesso.

            schiavi contro uomini liberi.

            E' libero chi racconta quello che vuole raccontare. T'è venuto il dubbio che lui VOGLIA raccontare proprio quelle storie?
            Parlo per me: sto scrivendo un pappone introflesso per la bompiani. Dei racconti laceranti per l'ex XXXXXXX e che ora pubblicherà XXX. Allo stesso tempo sto finendo John Doe e sto provando a scrivere uno Zagor. E il mio secondo reportage a fumetti per l'Internazionale.
            Mi credi che non vorrei rinunciare a nessuno di questo?
            Che non mi sento meno libero nello scrivere zagor rispetto alla graphic per bompiani?
            Mi credi che sono contento - allo stesso modo - scrivendo entrambe le cose?
            Questo, probabilmente, mi qualifica come mediocre ai tuoi occhi, secondo me invece siamo solo diversi.
            E il punto è: sto bene raccontando questo o quello? Si.
            Stai bene raccontando il tuo? Si.
            Ti senti onesto scrivendo le 5 fasi? Si.
            Mi sento onesto scrivendo le mie cose? Si.

            E io credo che tizio x o kid A che dir si voglia, deve poter vivere in un mondo in cui può scegliere le tue o le mie o le sue.
            Tu senza me non vali un cazzo.
            Non foss'altro come punto di partenza o di separazione.
            e viceversa, ovviamente.
   
      Burney Akab Aion
     
            ok. è il tizio sudamericano che sta nelle unte cucine a friggere patatine. ma non ha niente a che vedere con uno chef.
            (e sia chiaro che fisicamente ne io ne recchioni siamo il punto della questione, ma lo è ciò che in questo giochino qui rappresentiamo)
   
  
      Burney Akab Aion
     
            .ok.in realtà ci stiamo incartando. sclavi ha scritto mister no quando io avevo 14 anni. ancora me li ricordo.io quella cosa la chiamo eccezione che conferma la regola. per il resto sono intollerante alle cazzate. alle inutili distrazioni. non cerco evasione semplicemente perché non sono un carcerato.
            ma in realtà è il livello il problema che ci mortifica tutti.
            che sia popolare che sia d'autore amy winehouse non vale un dito di janis joplin.
            gipi (r.i.p.) non potrà mai avere l'intensità di pazienza. recchioni non è manco all'altezza di un nolita.

            ora ti racconto trasversalmente (come ti piace!!) quello che intendo
            l'omino che sta allo sportello della mia banca san paolo è gay.
            quando arrivo mi chiama per nome
            si tira su la camicia per farmi vedere che ha un tatuaggino e scuote il suo orecchino per farmi vedere quanto alternativo lui sia nel contesto bancario. una volto lo beccai al bar
            ed oltre a provarci con me , mi si descrisse come un guerrigliero inserito di proposito nel sistema per boicottarlo e di quanto lui mi agevolasse benché rischiasse il posto.
            devo considerarlo un eroe? fargli i complimenti perché nel suo è un bravo omino dietro lo sportello?
            oppure vederlo per quello che è
            uno come tanti che cerca un ruolo e un piatto di pasta.