domande (in)utili

salve,
 ero presente alla presentazione di ieri, all'arci di cremona. avrei voluto farle delle domande, e raccontarle delle cose, ma non ho potuto.
 volevo chiederle del suo interesse per l'esoterismo, come vi è arrivato e come la cosa abbia influenzato il suo lavoro.

mi sono piaciuti molto i riferimenti che ha fatto, all'interno della presentazione. di come alan moore pensi che i superoi marvel possano aiutare a capire la trascendenza, cosa l'esoterismo insegna sulla ricapitolazione (perchè l'esoterismo insegna la ricapitolazione?)
 mi sono piaciute le riflessione sulla mente, sul linguaggio, sull'identità, sulla percezione visiva. è un peccato che non abbia potuto parlare più a lungo sulla cosa.

volevo raccontarle due cose, per finire.

lei ha parlato della visione periferica, di come sia un costrutto del cervello. l'intera vista è un costrutto, si è scoperto che vediamo non tanto quello che c'è, quanto quello che il cervello si aspetta esserci. chiaramente, questo lavoro di anticipazione è basato su un'importanza statistica tale per cui l'organismo sopravvive. è efficace, è il metodo più adatto, questo non signfica che sia l'unico metodo, o il metodo vero ( sempre che abbia senso questa cosa poi). i recettori visivi presenti sulla retina, hanno un enorme problema inoltre; sul tessuto mancano alcuni tipi di recettori, solo in alcuni punti, tali per cui però, esattamente al centro del nostro campo visivo, dovremmo vedere un buco, un dato di vacuità. dovremmo vedere niente in sostanza. scotoma è chiamato il fenomeno, e fa riferimento in generale ad episodi di cecità, ma il punto è che esattamente al centro di ogni cosa che vediamo, non dovremmo vedere niente. il problema è che invece vediamo. tutto quel buco è riempito in una complessa e misteriosa rielaborazione del segnale, che avviene in alcune aree del cervello. è pazzesca questa cosa, mi sorprende ogni volta. (mi permetto di consigliarle un testo con un sacco di queste chicche e riflessioni sull'arte grafica)

volevo anche consigliarle la lettura di altre inquisizioni, di borges. sono riflessioni su libri, e quello a cui quei libri portano. c'è un capitolo di questo libro che mi era venuto in mente domenica, mentre lei parlava, dove viene discusso il concetto di identità, quindi di mente, e di ciò che è fittizio.
purtroppo non ricordo il titolo (il libro è una raccolta di piccoli saggi), ma borges è un autore che è un gigante in praticamente ogni cosa di cui parla. la lettura in generale del libro non è una rottura di balle ecco. poi al massimo, se non le interessa, me lo dice e le faccio sapere il punto preciso della cosa.

avevo anche altre cose che avrei voluto raccontarle, ma ora non le ricordo più.

mi scuso per l'attesa e la ringrazio del suo tempo.

un cordiale saluto

p.s. io ho conosciuto soltanto defragment. l'estetica visiva è molto perturbante, viscerale proprio (non sempre eh), mi è piaciuta molto la narrazione. molte tavole mi arrivavano dritte e potenti, anche quelle la cui forma era lieve. ha fatto un bellissimo lavoro.