AUTOPSIE 0.1


            Ciao Gabriele
            letto.
            Una sola volta finora e voglio rileggerlo.
            Che ne dico, vediamo... sensazioni confuse.
            Molta, molta disparità tra i diversi autori, ho avuto la strana sensazione di un'antologia piuttosto che di un volume organico dal senso compiuto..
            Ma forse era necessaria ed era quello che volevate ottenere per suggerire le differenze tra le diverse fasi.
            Il punto è che, per antonomasia, le fasi sono consequenziali, per cui si sente un percorso (il viaggio, per l'appunto) che parte dalla negazione fino a raggiungere l'approvazione.
            Questo percorso non si sente, sembra che ogni volta la storia ricominci da capo a seconda della sensibilità dell'autore.
            Ma, anche qui, forse era proprio quello che volevate.
            Quello che posso dirti è, senza piacioneria, che il tuo è il frammento che ho preferito. Che mi è entrato dentro con una lama sottile, incapace di ferire, anzi, quasi di solleticare, per poi uscire e rientrare stuprando molte delle cose che tento di tenere nascoste.
            Sei racconto puro. Inscindibile quello che dici da quello che mostri, e da come scegli di scandirlo nel tempo della vignetta.
            Sei molto più "cosciente" di quanto vuoi apparire, pur senza perdere nulla in istintività.
            Le tue immagini mi sono entrate dentro con una violenza che può essere definita soltanto "pura".
            Naturale.
            Nessun altro, in quel volume, c'è riuscito.
            Alberto è bravissimo e insieme a Squaz regnano al secondo posto.
            Arrivano poi, in questa classifica inutile e non richiesta, Angri e Ausonia - che è stato bravo a scegliere alcune tra le vostre parole migliori.
            Ultimo officina infernale. Lontano dai percorsi degli altri, TROPPO ascritto ad un immaginario talmente identificabile da non permettere il distacco necessario ad approcciare una lettura scorrevole. Mi "tirava fuori" ogni volta che vedevo due pagine nuove.
            Quindi, per concludere il polpettone, che dire? Che Le 5 fasi è un volume fantastico. Da avere, possedere, sfogliare e rileggere nei suoi passaggi. Che molte volte perde l'opportunità di dire qualcosa o di lasciare un bel segno ma che, come primo esperimento di un collettivo che, a quanto ho capito, vuole proseguire, mi sembra che ci sia solo da battere le mani.
            Non rileggo, spero di essere stato chiaro.

            Ciao
   
      Burney Akab Aion
  
            ammappate!
            sei stato ultra chiaro.
            sia nei buuu che nei clap clap.
            adesso magari taglio corto.
            ma con calma ti scriverò due righe per entrare nel merito delle cose che dici. che (as usual) sono molto interessanti.
            intanto
            un sincero arigatò Uzzeo san
   
      Burney Akab Aion
     
            Signor Uzzeo
            vediamo se andando totalmente a braccio riesco a mettere insieme le mie considerazioni alle tue considerazioni.
            allur.. sul discorso organico non organico
            devo dirti che quando è saltata fuori sta cosa del "concerto" come ogni buon promoter l'ho spinta senza riguardo.
            ma ancora non avevo letto il libro.
            leggendolo si percepisce secondo me un forte legame tra gli autori coinvolti. ma anche una continua rivendicazione della propria identità.
            in questo secondo me le 5 fasi assomiglia come struttura ad un certo cinema a episodi italiano degli anno 60\70. tipo boccaccio 70.appunto. per intenderci.cioè un tema \ canovaccio. ma poi totale libertà espressiva per ogni autore.
            e questo si puo ben dire che è stata una scelta voluta fortemente sin da subito.
            al punto che il mio progetto iniziale del libro prevedeva 5 storie stampate su 5 tipi di carta molto diverse tra loro.
            come se si girasse un episodio in 35mm uno in 16 un altro in super8 uno in minidv uno in vhs . per dire. ma costava già una esagerazione così comè venuto.
            questo per dirti che in realtà nelle nostre intenzioni non ci è mai stato il tentativo di fare un unica lunga storia collettiva.
            per dirla come il poeta
            ci sono certe canzoni che si cantano insieme ma si ballano da sole.
            su moz anche qui è un discorso lungo.
            ma che tutto sommato fa il paio con la questione di sopra.
            premesso che sulla officina non potrò mai essere obiettivo perché egli è un essere umano fantastico
            ti dico
            la storia di moz è quella più leggera. si ride. è citazionista sia nei disegni che nei testi. è come un film di rob zombi (che personalmente non amo molto) pieno di roba ludica. quasi il frutto di un ultra fan psicotico. e secondo me ci sta proprio per questo.
             quello che voglio dire è che se tutti e 5 avessimo fatto una storia autobiografica sarebbe venuto fuori un libro orribile. così come se avessimo tutti fatto una storia di genere.
            credo che funzioni proprio in virtù delle sue differenze.
            insomma
            w la difference
 
 
     Mauro Uzzeo
   
            La differenza si. Serve.
            Anche per rendere uniche e riconoscibili le fasi.
            Quello che però nei Boccacci 70 non era richiesto, era per l'appunto, il passaggio. L'esperienza.
            Boccaccio crea il contenitore e ci infila dei racconti di umana natura che possono intrattenere e divertire ma non gli viene richiesta una sequenzialità propedeutica.
            Anzi, lì spesso il racconto C e il racconto A possono essere invertiti e non se ne accorge nessuno.
            Le cinque fasi questo non possono permetterselo.
            Il patteggiamento deve necessariamente arrivare dopo il dolore altrimenti tutto il discorso delle fasi crolla e si esce dal contesto in cui è inserito (per l'appunto quello di un percorso).
            Per cui, fico il concerto, interessanti gli autori singoli, ma io credo che un minimo di progettualità in più (e sottolineo un minimo, e parlo di progettualità non di "pianificazione" che avrebbe, probabilmente, tolto freschezza al tutto) avrebbe reso il volume quel capolavoro che alla fine - peccato - non è.
            Ora, mi dirai che va bene così, perché in un volume imperfetto alla fine ti ci ritrovi anche di più.
            E va bene.
            Mi dirai che sei rimasto sorpreso dai rimandi che, inconsapevolmente, vi siete inseriti nelle storie e che t'hanno fatto pensare che una linea, alla fin fine, c'era.
            E va bene pure questo.
            Ma io a fine lettura non ho fatto un percorso e m'ero predisposto a farlo.
            E invece ho comprato un biglietto per il lollapalooza dove ho visto esibirsi cinque band. Alcune in stato di grazia. Altre meno. Alcune con tanto da dire. Altre meno.

            Per quanto riguarda Moz, ci credo, a pelle sembra una bella persona e sentendolo parlare in fiera penso abbia anche parecchio da dire. Ma tanto il suo Video Inferno mi sconvolse e mi fece male (conservo ancora gelosamente un suo disegno dell'epoca), tanto questo, purtroppo, m'è passato davanti liscio, senza colpo ferire.

            Ora il volume svetta a casa della mia donna, aperto su un mobile anni '50.
            Accanto c'è un bluray americano di Salò e le 120 giornate di sodoma di Pasolini, di cui lei ha curato il restauro per qualche tipo straniero che ne ha finalmente fatto un'edizione degna.
            Ho scoperto che tutto il girato originale di Pasolini venne rubato da ignoti negli stabilimenti della tecnicolor. E che probabilmente la sua morte è collegata alla restituzione di quelle pizze.
            Quello che conosciamo noi è quindi solo il frutto di seconde scelte e materiale scartato.
            Ci penso da diversi giorni e vorrei sentire opinioni.
            Ne fate il tema del vostro prossimo volume?

Burney Akab Aion

            azzo.
            tanta carne al fuoco.
            ma mi pale di vedele una contradision.
            le 5 fasi teorizzate della dottorina come premessa hanno proprio quella che non necessariamente sono vissute in quel ordine.
            infatti
            essendo storie che reggono anche da sole
            non vedo nessun problema nel leggerle smontate. anzi.
            nuovi abbinamenti. nuovi gusti.
            la roba di pasolini la sapevo
            ed è una delle molte speculazioni sulla sua morte.
            detto questo non ho capito il punto su cui vuoi ragionare .
            lo scenario su ciò che è o ciò che poteva essere  ?
            o tipo fino a che punto eyes wide shut è un film di Kubrick?

            poi sulle 5 fasi io non ho nulla da ribattere
            tu lo hai letto. tu solo sai come è stato il viaggio.

 Mauro Uzzeo
   
            Si, possono alternarsi e ripresentarsi, ma il percorso per uscire dal "lutto" è quello e punta al raggiungimento dell'accettazione.
            Poi ci si può incartare, tornare indietro, ma la sensazione è che saltandone una se ne uscirebbe insoluti. Raffrontandole più volte, di perdersi in un continuo match.
            Intendo che io, nel mio percorso, posso trovare intoppi, risalire, sbagliare, ricominciare. Ma una volta elaborato il lutto, guardandomi dall'alto come fossi spettro, guarderei le mie cinque fasi e a posteriori le riterrei una propedeutica all'altra.
            Prese nel loro insieme non possono essere considerate come fasi scisse della mia vita.
            Ma forse nel libro mostrate le cinque fasi di cinque diverse personalità e forse questa potrebbe essere la chiave più naturale per comprendere il vostro lavoro.
            Le cinque fasi di cinque corpi.

      Mauro Uzzeo
    
            Il punto su cui vorrei ragionare è la seconda scelto e lo scarto. Cosa ho tolto in funzione di? E perché? Riappropriarsi della seconda possibilità, dell'idea scartata, a cosa porta. Perché inizialmente ti ho respinta? Cosa non mi funzionava? L'idea che scegliamo è sempre un qualcosa che ci suona meglio di primo acchito, ma col senno di poi?
            Vabbè, mi continuo a segare da solo.

      Burney Akab Aion
    
            guarda. io sono uno che crede nell'immediatezza.
            anche quando lavoro nei video. per me è sempre buona la prima. non butto niente. come René Ferretti.
            è sempre stato un dualismo che ho sofferto
            volevo essere klimt
            ma mi toccava schile.
            volevo essere moore
            ma mi tocca morrison.
            (parlo ovviamente di direzioni)
            se vuoi mi ti confesso. non c'è mai ragionamento nei miei lavori. è tutto istinto.
            quindi il tema (che forse ho preso in uno dei suoi sensi) mi è caro.
            ma nello specifico posso dirti che ho letto il libro di de sade quando avevo meno di vent'anni
            e mi ha schioccato. il film di pasolini lo trovo molto coraggioso e consapevole. ma un milione di anni luce meno efficace del divin marchese.
            forse anche in vista di quel furto.
            chi sa.
 
      Mauro Uzzeo
         
            (detto ciò, ma perché perdere tutto quel tempo a cacarvi il cazzo vicendevolmente quando il tutto poteva tirare fuori un bel confronto tra diverse scuole? Non credo nell'abolizione di una realtà in favore dell'altra ma mi piacerebbe che entrambe si influenzassero a vicenda.)
         
            (m'ero scordato il "si" pubblicala, ma solo se la fai apparire come un discorso a due come fai di solito)

      Burney Akab Aion
   
            parli di recchioni?
  

      Mauro Uzzeo
    
            E si, parlo del gossip dell'estate. Occasione sprecata.
            E non bocchianamente parlando, quanto perché si tende a irrigidirsi dentro schieramenti. Ogni gruppo nel proprio castello.
            E alla fine si sa che la morte rossa riesce a entrare comunque e ad avere gioco ancora più facile.
            Bada bene, non sto dicendo prendiamoci tutti per mano.
            Io so che imparo da quello che vedo. Da ogni cosa che vedo.
            Da te. Da lui. Dal cane di mio zio. Dal tizio di pull & bear. Da Iggino che sta seduto sulla sedia davanti casa sua da quando lo conosco. E vent'anni sono un botto.
            Perché Iggino non mi toglie l'aria e se non ci fosse io, comunque, ne saprei di meno.
   
      Burney Akab Aion
    
          

            poi volevo spendere due parole sulle parole a caso della scaramuccia preferragostina.
            fb mi dice con inequivocabili prove che tra voi vi è amicizia. e l'amicizia rende le persone poco obiettive. come il tifo. (che si sa, è una malattia mortale) io non so come e quanto tu l'abbia seguita,
             complice anche il fatto che da il mac che ho in studio non posso commentare ma solo sentenziare sulle bacheche altrui ,
            in pratica io ho scritto solo un paio di cosine. dove dico che non mi piace quello che fa. non mi piace come lo fa. e non mi piacciono le ripercussioni sulla intera percezione del media in se.
            mi pare che le risposte che sono piovute siano di un livello così imbarazzante da meritare solo il silenzio.
            cose tipo ricalchi mckean sei un fallito le 5 fasi è un libro inutile piccoli ti da le pizze è roba da pagelle con voti sotto l'uno.
            sono certo che il tuo amico abbia una sua dimensione umana
            e che possa essere considerato brillante e sensibile da chi lo conosce bene.
            ma quello che tira fuori virtualmente o è il peggio di se. o veramente è una persona imbarazzante.

            dice thomas Mcguane:
            il rischio professionale di fare di te stesso uno spettacolo, sulla lunga distanza, è che a un certo punto anche tu compri un biglietto d'ingresso.

            detta in altre parole
            se ti sei prestato a diventare un simbolo di quella fuffa lì.
            aspettati che uno come me venga a ricordarti il mondo reale.

            poi sulla democrazia del tutto deve esserci.
            è un capitolo a parte. talmente lungo
            che su questo
            si
            ci farei un libro.
   
      Burney Akab Aion
    
            tu dici deve esserci un Frank O. Gehry che faccia bei palazzi. e un Pinco Pallino che faccia brutte case popolari. se no i poveri dove vanno a dormire.
            io dico facciamo costruire un mondo a Gehry. e che i poveri si fottano!
            (si, è una provocazione)
   
      Mauro Uzzeo

            io dico che non vorrei passare la vita solo a mangiare sashimi in salsa d'aceto e limone e privarmi della pasta e fagioli.
            Che una pasta e fagioli bbbona è più bbbona di un sashimi cattivo..
            E se la pasta e fagioli non ti convince, che sà troppo di un artigianato che non riconosci a roberto, sostituisci con hot dog. Voglio avere la possibilità di farmi un hot dog stasera e un sashimi domani.
            Senza che la lobby degli hot dog si senta rompere i coglioni dai sashimisti e viceversa.
            Ho letto cages e zagor nella stessa settimana. Non mi sono sentito più intelligente o più stronzo e non ho visto mckean (tanto di lui si parlava) scrivere a gallieno ferri per dirgli che con il suo segno alla raymond de noantri ha rotto il cazzo.
            Ognuno il proprio e nel segno della propria onestà personale riflessiva e come te pare. Ma questo è solo per rispondere alla provocazione, e in due parole. Su quanto hai scritto prima voglio risponderti bene, quindi prima revisiono due sequenze d'animazione (di un cartone animato di merda, per intenderci) e poi ritorno.
   
      Burney Akab Aion

            allora. cavalchiamo la tua metafora culinaria invertendo gli addendi.
            il dipendente del mese di mc donald si deve permettere solo di starsene zitto. non certo di trattare con arroganza e superiorità un allevatore di bestiame.
come recchioni ce ne sono molti altri
            per dire sto gualdoni o barbato. ma almeno loro hanno (piu o meno) il buon gusto di tenere la cresta abbassata (e ci mancherebbe pure) il tuo artigiano,no.
            e allora ogni tanto a turno si passa a tirargli uno schiaffo del soldato.
            e facciamo girare il dito in aria.
            (il medio, ad essere precisi)
   
      Mauro Uzzeo
     
            naaaa, il dipendente del mese di mcdonald's la carne la vende. Quindi metaforicamente può essere soltanto l'edicolaro. Vedi che c'hai un pregiudizio?
            Quello che fa roberto, nel suo campo, è pari a quello che fai tu nel tuo. Raccontare e mostrarvi.
            Lo so che ti sembra assurdo e surreale, sicuramente ridicolo e offensivo, ma fate esattamente lo stesso mestiere.
            Ma poi te lo dico meglio.
   
      Burney Akab Aion
   
            e ancora..io che mckean lo conobbi a un sandiego di tot anni fa ti dico che essendo tra gli autori più snob del pianeta non solo galleppini gli farebbe schifo. ma manco perderebbe tempo a dirglielo.
            io per fortuna non sono mai stato snob. e difatti sono uno di quelli che trova il sushi niente di che.
            ma potrei uccidere per una vera pasta e fagioli ben fatta.
            la tua metafora non regge.
            non è campagnoli contro raffinati.
            è coscienza contro incoscienza.
            evoluzione contro involuzione.
            schiavi contro uomini liberi.
            suona epico
            e guarda un po
            lo è.
   
      Burney Akab Aion
     
            di zagor il mondo ne fa volentieri a meno. di cages direi proprio di no.
   
            ma poi
            diosanto.
            è come se ogni volta bisognasse ripartire da zero.
            come se socrate, kant, wittgenstein, nietzsche non avessero mai scritto una riga. e per molti è proprio così.
  
      Mauro Uzzeo
         
            non è campagnoli contro raffinati.

            vero. sono d'accordo.

            è coscienza contro incoscienza.

            è invece ti stupirebbe verificare quanto roberto sia cosciente di ogni cosa che fa.

            evoluzione contro involuzione.

            idem. Identifichi una narrazione di serie A e una di serie B con questo discorso. E invece sono due diversi ambiti della narrazione. Nel tuo A c'è chi è il necessario e l'inutile. Nel suo B lo stesso.

            schiavi contro uomini liberi.

            E' libero chi racconta quello che vuole raccontare. T'è venuto il dubbio che lui VOGLIA raccontare proprio quelle storie?
            Parlo per me: sto scrivendo un pappone introflesso per la bompiani. Dei racconti laceranti per l'ex XXXXXXX e che ora pubblicherà XXX. Allo stesso tempo sto finendo John Doe e sto provando a scrivere uno Zagor. E il mio secondo reportage a fumetti per l'Internazionale.
            Mi credi che non vorrei rinunciare a nessuno di questo?
            Che non mi sento meno libero nello scrivere zagor rispetto alla graphic per bompiani?
            Mi credi che sono contento - allo stesso modo - scrivendo entrambe le cose?
            Questo, probabilmente, mi qualifica come mediocre ai tuoi occhi, secondo me invece siamo solo diversi.
            E il punto è: sto bene raccontando questo o quello? Si.
            Stai bene raccontando il tuo? Si.
            Ti senti onesto scrivendo le 5 fasi? Si.
            Mi sento onesto scrivendo le mie cose? Si.

            E io credo che tizio x o kid A che dir si voglia, deve poter vivere in un mondo in cui può scegliere le tue o le mie o le sue.
            Tu senza me non vali un cazzo.
            Non foss'altro come punto di partenza o di separazione.
            e viceversa, ovviamente.
   
      Burney Akab Aion
     
            ok. è il tizio sudamericano che sta nelle unte cucine a friggere patatine. ma non ha niente a che vedere con uno chef.
            (e sia chiaro che fisicamente ne io ne recchioni siamo il punto della questione, ma lo è ciò che in questo giochino qui rappresentiamo)
   
  
      Burney Akab Aion
     
            .ok.in realtà ci stiamo incartando. sclavi ha scritto mister no quando io avevo 14 anni. ancora me li ricordo.io quella cosa la chiamo eccezione che conferma la regola. per il resto sono intollerante alle cazzate. alle inutili distrazioni. non cerco evasione semplicemente perché non sono un carcerato.
            ma in realtà è il livello il problema che ci mortifica tutti.
            che sia popolare che sia d'autore amy winehouse non vale un dito di janis joplin.
            gipi (r.i.p.) non potrà mai avere l'intensità di pazienza. recchioni non è manco all'altezza di un nolita.

            ora ti racconto trasversalmente (come ti piace!!) quello che intendo
            l'omino che sta allo sportello della mia banca san paolo è gay.
            quando arrivo mi chiama per nome
            si tira su la camicia per farmi vedere che ha un tatuaggino e scuote il suo orecchino per farmi vedere quanto alternativo lui sia nel contesto bancario. una volto lo beccai al bar
            ed oltre a provarci con me , mi si descrisse come un guerrigliero inserito di proposito nel sistema per boicottarlo e di quanto lui mi agevolasse benché rischiasse il posto.
            devo considerarlo un eroe? fargli i complimenti perché nel suo è un bravo omino dietro lo sportello?
            oppure vederlo per quello che è
            uno come tanti che cerca un ruolo e un piatto di pasta.